Questo libro racconta la storia di Chantal Borgonovo e di Stefano, suo marito, calciatore del Milan, della Fiorentina e di molte altre squadre di serie A. Stefano Borgonovo, attaccante tutta la vita, soprattutto dopo l’arrivo della SLA, è mancato nel 2013. Tutti lo ricordano per la straordinaria partita a Firenze, nel 2008, in cui entrò allo stadio davanti a 27.000 persone commosse, inchiodato a una sedia a rotelle. Per cinque anni ha mosso solo gli occhi. Eppure, con il solo uso degli occhi è riuscito a fare la rivoluzione. Ha deciso di dire sì, di non staccare le macchine, di vivere con una nuova identità e un nuovo scopo. Questa è una storia straordinaria, piena di valori. Ci sono la passione, la rabbia, l’odio, la rassegnazione, ma ci sono anche la rivincita e la resurrezione. C’è la fede, quella terrena e quella celeste. Ci sono la dedizione, la fedeltà e la gelosia. C’è il tema bioetico del “fine vita”, l’abuso “comodo” di certi farmaci, ci sono il coraggio e la speranza. Non c’è la soluzione ma c’è la ricerca, che attribuisce senso al dolore. C’è il mondo dorato e appassionato del calcio e per il calcio l’amore assolto e acritico di Stefano. C’è il valore della famiglia che può salvare o ferire, a volte contemporaneamente. C’è la condizione ingiusta e spietata dei malati di SLA che diventano schiavi, prigionieri. Eppure Stefano ce l’ha fatta, è riuscito a liberarsi, a essere incredibilmente acceso, empatico, volitivo, ironico e innamorato, senza malinconia. Stefano ci è riuscito perché Chantal gliel’ha permesso. Gli ha permesso di continuare a essere persona, intera, a essere marito e padre dei loro quattro figli. Lo ha guardato come si guarda un uomo, sempre, non come si guarda un malato, mai. Questo è un libro che tratta soprattutto di rispetto e desiderio. Desiderio e rispetto per la vita, trattenuta, difesa e accolta, qualsiasi vita sia. È un libro che ha un obiettivo: suscitare emozioni, riflessioni e dare scandalo. Sì, perché certe sofferenze sono scandalose, eppure sacre. Ci fa sentire piccoli e anche capaci di grandi cose. È una storia potente e parlante, di più, è una storia che urla e canta. È una storia piena di luce, di suggestioni, immagini, spavento e poesia, di verità esplosa.
Deanna Chantal Guigard ha origini francesi, ma nasce a Giussano, dove a soli quindici anni incontra Stefano Borgonovo. Lui è una giovane promessa del calcio e lei un’adolescente che studia ragioneria. Ha una passione per l’architettura e uno spiccato talento per il design, sceglie però di diventare moglie e mamma. Sposa Stefano nel 1987, a lui e ai loro quattro figli dedica tutto il suo tempo, la sua vita. Una vita di successo, contratti milionari e traslochi, Stefano gioca nel Milan, nella Fiorentina e in molte altre squadre di serie A. Tutto brilla fino al 2006, anno in cui “la stronza”, la SLA fa il suo esordio. Stefano si ammala e Chantal ha cura di lui, non solo del suo corpo, ha cura soprattutto della sua felicità, riesce a tenerla accesa, nonostante tutto e fino alla fine. Con Stefano nel 2008 fonda l’associazione Stefano Borgonovo Onlus, nata per raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA e incrementare la comunicazione. Alessandra, secondogenita di Chantal e Stefano, ne è oggi presidente. Madre e figlia lavorano insieme per continuare a combattere la battaglia del marito, la battaglia del papà. Questo libro, fortemente voluto da Chantal ha lo stesso scopo: non arrendersi. Stefano non l’ha fatto, mai.