Paolo ha diciassette anni, tanti amici, successo con le ragazze, una famiglia meravigliosa, l’argento vivo addosso. E un sogno: diventare chef. Quando un giorno in cucina un coltello gli sfugge dalle mani non ci fa troppo caso. Solo che poi i brutti segnali aumentano, e quando arriva una diagnosi certa il responso è terribile: SLA, sclerosi laterale amiotrofica, di cui Paolo diventa il più giovane ammalato in Europa. Le conseguenze estreme della malattia sono la paralisi completa, l’impossibilità di respirare autonomamente, di deglutire cibo di qualsiasi consistenza – proprio lui che ne era un cultore – , di parlare emettendo suoni. Molti la riterrebbero una sentenza più che una diagnosi, ma non Paolo. Paolo che, circondato e protetto dalla sua famiglia, continua a inseguire i suoi sogni; Paolo che diventa tutt’uno con il fratello Rosario, il quale non esita un minuto a lasciare ogni suo progetto per stargli vicino; Paolo che incontra Obama e papa Francesco, che arriva fino al palco del Festival di Sanremo con una canzone autobiografica, Paolo che ogni giorno, sui social, si batte al fianco di chi soffre come lui, Paolo che moltiplica l’amore. Per volare mi bastano gli occhi è la testimonianza straordinaria di un ragazzo speciale, un racconto profondo e sincero di attaccamento alla vita, sempre.
Paolo Palumbo è nato a Nuoro nel 1997, ma vive a Oristano con la famiglia. Nel 2017, grazie alla sua passione per la cucina e alle sue competenze come chef, ha pubblicato con Luigi Pomata il libro Sapori a colori, che raccoglie tante ricette pensate per tutti coloro che hanno problemi di deglutizione o altre patologie che impediscono un normale procedimento di nutrizione. Al Festival di Sanremo 2020 si è esibito con l’amico rapper Kumalibre portando il brano autobiografico Io sono Paolo. Sui suoi seguitissimi account social mostra la sua quotidianità e dà vita a coraggiose battaglie civili per il benessere dei disabili gravi.