Primi anni ottanta. Sara è una bambina di dieci anni, che vive con sua madre Maria. Nonostante la sua giovane età, Sara ha già vissuto molte esperienze negative che l’hanno segnata profondamente. Prima, la sua mamma è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico e qualche anno dopo, quando le cose sembravano finalmente andare meglio, la sua adorata nonna Teresa è morta a causa di “una brutta malattia”. Sara e la mamma, sono poi costrette per ragioni economiche, a trasferirsi in un piccolo paesino di provincia. La vita di Sara scorre serena, fino al giorno in cui la malattia mentale di Maria si riacutizza. Comincia così, un’escalation di violenza fisica e verbale, alternata a momenti di apparente ritorno alla normalità. Maria infatti, trascorre gran parte delle sue giornate a pulire freneticamente le maniglie delle porte e il corrimano delle scale, terrorizzata che batteri e virus possano fare ammalare lei o la sua adorata figlia. Quando invece non pulisce, Maria resta a letto tutto il tempo, senza più curarsi del suo aspetto fisico, oltre che della figlia. Sara, dal canto suo, è costretta ad assecondare le manie anche religiose della madre, lavandosi compulsivamente le mani e recitando il rosario ogni momento. Questo però, non basta a tranquillizzare Maria, che un giorno decide così di farla finita e di portare con sé la figlia. Insieme a Sara quindi, va al fiume vicino a casa con l’intenzione di annegare prima la figlia e poi se stessa. Solo la prontezza di spirito di Sara, che farà appello al bigottismo religioso della madre, salverà però entrambe da una fine orribile. Sogno e realtà, continuano quindi a confondersi nella mente di Sara e solo la lettura, la musica e l’amore della sua maestra Giovanna, le daranno un minimo di conforto e l’aiuteranno a superare i momenti peggiori. Maria infine, tenterà nuovamente di uccidere Sara, aggredendola con un martello. La bambina però, rifugiatasi in bagno, riuscirà a sfuggire alla furia assassina della madre e a chiedere aiuto telefonando alla sua maestra. Maria a quel punto, in un ultimo attimo di lucidità, deciderà di togliersi la vita ingerendo tutte le sue medicine, non prima però di aver salutato il suo amato “fiorellino”. Sara, verrà quindi portata in orfanotrofio, ma otterrà di passare le vacanze di Natale a casa della sua cara maestra Giovanna, dove però avrà cura di pulire tutte le maniglie, per paura che si ammali anche lei.
Rossella Carrara vive in provincia di Bergamo e ha due figli. A luglio 2020, si è laureata in Discipline Psicosociali e attualmente è laureanda alla facoltà Magistrale di Psicologia. La decisione di intraprendere tardivamente gli studi universitari, è stata dettata dal fatto che, dopo oltre quarant’anni di “pratica” in ambito psichiatrico dovuta a vicissitudini familiari, ha sentito la necessità di dedicarsi anche alla teoria. Da qualche anno poi, fa parte dell’Associazione di familiari, utenti e volontari per la salute mentale “Piccoli Passi Per…”, con il ruolo di facilitatrice del gruppo di auto-mutuo-aiuto per familiari di pazienti psichiatrici. Inoltre, gestisce la pagina Facebook, Instagram e YouTube dell’Associazione. Il suo primo romanzo “Ti porto via con me”, è arrivato tra i finalisti del prestigioso Premio Letterario Nazionale Clara Sereni