Mettere in parole patologie che riguardano la salute mentale, non è mai facile, come non è facile comprenderle. Ma l'autore, al quale nel 1998 è stata diagnosticata la sindrome bipolare, riesce a raccontare il proprio tormentato percorso con una narrazione dal ritmo serrato, veloce e allo stesso tempo cullante, quasi dolce. una scrittura in grado di rappresentare perfettamente l’altalena tra stati depressivi e maniacali, "montati" quasi come sequenze autonome di una pellicola, ognuna delle quali denominata con il titolo di un noto film. la gravità del tema affrontato viene stemperata da una sottile ironia, mai forzata, mai fastidiosa e soprattutto inserita in modo da non cancellare il peso e l’importanza di quanto narrato: la storia di una vita.
Nicola Farina è nato a Salerno nel 1968. lavora come consulente finanziario presso un importante istituto di credito. Nel 1998 gli viene diagnosticato il Disturbo Bipolare dal dottor Attanasio Koukopolous che lo prende in cura presso il Centro Bini di Roma dove tutt’ora è seguito dalla dottoressa Daniela Reginaldi. Nel 2008, a causa della sospensione della terapia farmacologica, subisce al San Giacomo di Roma il suo unico trattamento sanitario obbligatorio. Nel 2018 vince il concorso internazionale per aforismi inediti organizzato dall’Aipla, l’associazione italiana del genere. Nello stesso anno viene dato alle stampe il suo primo romanzo, L’ironia della chiave. Nel 2019 esce Segno o son testo, raccolta di aforismi, corredati da disegni di Paola Mazzetti. Nel 2021 pubblica Mai Bar, la sua seconda opera di narrativa. Vive a Roma, dove concilia il lavoro con l’attività di scrittore.