NON CHIAMATEMI MATTA

  • Liliana Cannavò

    Editore: Bonfirraro Pubblicazione: 2022

    Sinossi:

    «Mamma smettila! Per la miseria può essere che qualsiasi cosa io dica o faccia, per te, anzi per tutti, io sono sempre matta? Non credi che anch'io abbia il diritto di sentirmi felice o infelice, triste o allegra? Mi fate vivere come se avessi scritto in faccia; attenzione gente, è malata, state alla larga da lei». Con queste dure parole di accusa rivolte alla madre, Adelina Parodi, la giovane protagonista del romanzo, lancia il suo grido di dolore e rabbia contro una società moderna e ignorante che l'ha resa vittima di uno stigma umiliante, quanto ingiusto: la matta. Il tormento di Adelina comincia quando i medici le diagnosticano un lieve disturbo dell'umore – chiamato Disturbo Bipolare – che le causa periodi di depressione, oppure, di euforia di durata e intensità variabile. All'epoca dei fatti, aveva soli 23 anni, e non sapeva ancora che lo stigma della matta, sarebbe diventato il tormentone della sua giovane vita. Paradossalmente la prima della lista tra gli stigmatori – come li chiamerà lei – sarà proprio sua madre. Per la donna tutto ciò che riguarda Adelina è malattia. Cantare sotto la doccia? Malattia. Non cantare sotto la doccia? Malattia. Dormire un'ora di più? Malattia. Dormire un'ora di meno? Malattia. Essere innamorata? Malattia. Adelina però non si arrenderà facilmente, combatterà con tutte le sue forze per difendere se stessa da chi, con troppa superficialità, la giudicherà e la condannerà senza appello. A poco a poco, sulla sua pelle, maturerà anche la convinzione che il più grande male della sua vita non è il disturbo Bipolare, ma la discriminazione e il pregiudizio della gente.

    Biografia autore:

    Liliana Cannavò, di origini siciliane, vive a Catania dove, dal 2000, lavora come psicologa/psicoterapeuta nell'ambito della salute mentale. Ama viaggiare, non da turista ma da “esploratrice degli animi umani". Ha conversato tra le dune del deserto marocchino con berberi e viandanti, incontrato monaci buddisti in Thailandia, e parlato di amore e fedeltà con il capo tribù di un'isola dei Caraibi. Dalle sue numerose esperienze di viaggio ha tratto interessanti spunti per i suoi romanzi. La scrittura è arrivata per caso alcuni anni fa come antistress e per combattere una frequente emicrania. Ha cominciato a scrivere prima dei suoi viaggi e dopo di storie bizzarre tratte dalla pratica clinica. L’amante della sposa è il primo romanzo che ha tirato fuori dal cassetto dei suoi piccoli “tesori” partecipando nel 2018 alla I edizione del concorso di scrittura dedicato al Romance: eLove Talent, lanciato da Kobo Writing Life in collaborazione con Harmony. Il romanzo è arrivato tra i primi cinque finalisti ricevendo in un secondo tempo la proposta di pubblicazione da parte di Harper Collins Italia collana eLit Romance. Il suo motto di vita è: “Vivi e lascia vivere”.